Non è uno slogan: è così. Partiamo da qui… seguimi:
“La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla localizzata nella parte anteriore del collo.” FALSO!!!
“La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla localizzato nella parte anteriore del collo che serve per produrre gli ormoni tiroidei. Ma affinché gli ormoni tiroidei funzionino, tutto il “Complesso Tiroideo” deve funzionare.” VERO!
Affinché gli ormoni tiroidei funzionino è necessaria l’azione e l’intermediazione di una complessa rete di Organi, Ghiandole e Nutrienti, che interagiscono continuamente fra loro.
I principali componenti di questo network sono:
Io chiamo questo network “COMPLESSO TIROIDEO”.
Puoi avere ulteriori spiegazioni sul complesso tiroideo e sull’innovativo approccio olistico alla tiroide: scarica gratuitamente l’ebook dal blog www.tiroide360.com
Scopriamo ora qual è il lavoro della ghiandola tiroidea, in senso stretto. La tiroide produce cinque ormoni che, a seconda del numero di molecole di iodio in essa contenuti e della loro distribuzione nello spazio, sono denominati:
Gli ormoni tiroidei circolano nel sangue quasi completamente legati a proteine come composti di inattivi. Solo una piccola frazione è disponibile per i tessuti ed è presente in forma libera come FT3 ed FT4. La tiroide produce per il 93% T4 e per il 7 % T3. Il T4 è questa una forma inattiva da cui viene prodotto, una sorta di pro-ormone tiroideo. Il T3, la forma attiva dell’ormone e si forma dal T4 principalmente grazie all’azione di un enzima (chiamato 5-deiodinasi).
Solo il T3 riesce a penetrare nelle cellule dei tessuti dove espleta le sue funzioni fisiologiche.
Sono numerosi i fattori in grado di influire positivamente o negativamente su questa conversione e fra i più significativi vi sono quelli ormonali. Il DHEA, il Keto-DHEA, la melatonina, il testosterone, il GH ne favoriscono la conversione; l’estradiolo e il progesterone, la inibiscono. Il cortisolo in dosi fisiologiche ha un’azione modulante, mentre quando è elevato (es. stress cronico, farmaci) esercita una azione inibitoria.
L’FT3 influenza l’attività di particolari recettori nucleari (della stessa famiglia dei PPRAs) regolando l’espressione di geni coinvolti in numerose funzioni che coinvolgono il metabolismo, la funzione mitocondriale, l’energia, il cuore, il sistema nervoso, il tessuto adiposo, l’intestino, la pelle, i capelli, il sistema immunitario, etc.: in altri termini è in grado di influenzare tutto l’organismo.
La ghiandola produce anche in piccole quantità altri due ormoni: T1 e T2. Il significato preciso del T1 non è stato completamente chiarito. Il T2 svolge le sue funzioni principalmente nel fegato e nel tessuto adiposo bruno, dove esercita un’azione sulla termogenesi (azione brucia-grassi).
Ma il lavoro del grande motore metabolico del nostro organismo non si ferma qui.
La tiroide produce infatti anche un altro importante ormone: il T3 reverse (rT3). È questa una forma inattiva dell’ormone che deriva dal T4 grazie all’azione di un enzima, appartenente sempre alla famiglia delle deiodinasi. Il rT3 protegge fisiologicamente l’organismo da una eccessiva produzione di T3, che sarebbe dannosa. È una sorta di valvola di sfogo che viene attivata in situazioni fisiologiche e patologiche. Pertanto è importante dosare nel sangue il suo livello perché sono frequenti le condizioni in cui viene attivata questa via (es. stress cronico, farmaci, etc.), che determina la conversione del T4 in T3 reverse anziché quella del T4 in T3.
Questa è anche una delle ragioni per cui la terapia con T4 non è sempre efficace e per la quale aumentando il dosaggio di T4 non si fa altro che incrementare la conversione in rT3 anziché in T3 (che quindi si riduce), con ripercussioni cliniche rilevanti e la persistenza dei sintomi dell’ipotiroidismo. L’accumulo di rT3 (che può determinare il blocco dei recettori del T3 e della conversione del T4 in T3) riduce l’efficienza dell’attività enzimatica, rallenta il dispendio ed il fabbisogno energetico, favorisce l’azione e la produzione dei radicali liberi e di citochine pro-infiammatorie.
L’invecchiamento è un’altra condizione nella quale tende a ridursi sempre più la conversione dell’ormone della forma attiva dell’ormone tiroideo e ciò spiega, in parte, perché il metabolismo tende a rallentare con l’età. La tiroide dialoga con tutto il nostro corpo attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi con il classico meccanismo di feed back, in grado di mantenere costanti livelli ormonali.
I valori ematici di TSH (prodotta all’ipofisi per stimolare la produzione di ormone tiroideo) sono un indice dell’attività della tiroide. Valori alti sono un’espressione di ipotiroidismo, valori molto bassi di ipertiroidismo, valori normali di eutiroidismo. Se è vero che la misurazione del TSH viene considerato l’esame “gold standard” (il top) per la misurazione dell’attività tiroidea, diverso è comportarsi come se fosse l’unico parametro da considerare.
Innanzitutto è necessario valutare i valori ormonali ottimali di TSH e non semplicemente che cada dentro i valori di riferimento del laboratorio o del TSH Reflex (anche e soprattutto in chi è in terapia con ormoni tiroidei). Ma ancora più importante è il fatto che per capire veramente come funziona il “complesso tiroideo” vanno analizzati tutti i fattori che ne fanno parte.
Una descrizione completa degli esami utili per scoprire o monitorare la funzionalità tiroidea sono presenti nel blog www.tiroide360.com e scaricabili gratuitamente nel ebook.
Rimarrete stupiti da come è complicato il funzionamento del complesso tiroideo. Per questo servono esami approfonditi per studiarlo. Ma non è un caso o una creazione di Tiroide360.
Il punto è che la tiroide serve per tradurre gli stimoli del mondo esterno (es. temperatura, stress, infezioni, etc.) all’interno dell’organismo, che si deve adattare rapidamente. Deve espletare quindi un azione di precisione e rapidità straordinaria.
Come tutte le macchine che devono svolgere una grande performance deve avere tantissimi sistemi di controllo e “centraline”, come le automobili più performanti. Il rovescio della medaglia è che è la tiroide è molto delicata e sensibile all’ambiente esterno.
L’ipotiroidismo è una condizione che deriva dalla mancanza di ormoni tiroidei, con una rallentamento di tutti processi metabolici. La classica definizione di ipotiroidismo prevede la classificazione in primario (da distruzione tiroidea), secondario (da difetto del TSH ipofisario), terziario (da deficit ipotalamico di TRH) oppure può essere derivato da una resistenza periferica all’azione degli ormoni tiroidei.
Fra le forme più diffuse di ipotiroidismo vi è quello determinato dalla Tiroidite di Hashimoto, che è una malattia autoimmune che colpisce la tiroide ed esita nell’ipotiroidismo. Non bisogna poi dimenticare che la tiroide con l’Aging tende ad essere meno efficiente e a produrre meno ormoni tiroidei. Numerosi studi scientifici evidenziano come il TSH tenda ad aumentare con l’età e che a questo si possa accompagnare una ridotta funzione tiroidea.
I sintomi classici dell’ipotiroidismo comprendono:
I sintomi si presentano spesso sfumati e la diagnosi non è sempre così scontata. Gli esami di laboratorio di routine possono essere normali o di poco alterati (si parla in questo caso di ipotiroidismo subclinico), ma di fatto la qualità di vita della persona può essere compromessa in modo significativo e soprattutto duraturo.
Fra i pazienti che giungono in studio molti non hanno decisamente nulla di “subclinico”.
Hanno girovagato medici ed endocrinologi (talvolta anche psichiatri, neurologi o ginecologi) senza aver trovato alcuna risposta al loro malessere e ai loro disturbi, se non un arbitrario aumento del dosaggio di Levotiroxina, che spesso non ha condotto ad un miglioramento o ha addirittura peggiorato la sintomatologia.
Per curare la tiroide non si scappa: l’unico approccio vincente è quello a 360gradi.
Il trattamento farmacologico di scelta dell’ipotiroidismo è quello che prevede la prescrizione di T4 (levo-tiroxina) in monoterapia. Esistono diversi brand di questo farmaco: es. Eutirox, Tirosint, Tiche, etc.
Le linee guida dell’endocrinologia tradizionale declinano questa come l’unica terapia raccomandata in caso di ipotiroidismo. In realtà utilizzando esclusivamente T4 la conversione nella formativa T3 non è sempre efficace in cui tutti i pazienti e, nello stesso paziente, soddisfacente nelle diverse fasi della sua vita.
Aumentare il dosaggio di T4 non è la soluzione migliore in tutti i casi: può aumentare la conversione in T3 reverse (che pertanto è necessario dosare) dal T4, con una ulteriore riduzione del FT3 e un peggioramento dei sintomi del paziente.
L’Indagine DOXA 2014 «L’ipotiroidismo nel vissuto del paziente» ha evidenziato che il 40 % dei pazienti ipotiroidei non è soddisfatto della cura. Non si può far finta di nulla e proseguire sulla strada tracciata. Solo un approccio alla tiroide e al sistema ormonale a 360 gradi, come viene fatto con il mio metodo del BioEquilibrio Ormonale® si può agire in modo efficace nei disturbi della tiroide.
La Tiroide Secca è uno strumento, anche se non l’unico, che viene usato nel metodo del BioEquilibrio Ormonale®.
L’utilizzo della Tiroide Secca, che contiene tutti gli ormoni tiroidei, è il primo passo per molti pazienti per muoversi nella direzione giusta del trattamento dei sintomi dell’ipotiroidismo, sui quali la terapia con solo T4 non solo non agisce completamente ma addirittura talvolta peggiora. Moltissimi pazienti con la Tiroide Secca ottengono un miglioramento netto della sintomatologia soggettiva, alcuni anche una perdita di peso.
La Tiroide Secca viene preparata da alcune aziende farmaceutiche all’estero oppure come preparazione galenica da alcune farmacie in Italia.
È fondamentale che la FARMACIA che allestisce la Tiroide Secca:
Se si vuole gestire il complesso tiroideo a 360 gradi non è detto che si debba prescrivere a TUTTI la Tiroide Secca… anzi!!!
Ci sono diverse possibilità terapeutiche che possono essere utilizzate, a seconda della problematica del paziente e di quale tassello del complesso tiroideo è fuori posto. Per esempio, oggi giorno viene trascurata dai medici e dagli endocrinologi la prescrizione con SOLO T3.
In Italia è un farmaco disponibile in gocce o fiale chiamato Liotir. Esistono tuttavia anche altre formulazioni di T3, anche a Lento Rilascio o Slow Release (il T3 ha una emivita breve). La terapia con T3 è una risorsa importantissima, soprattutto in caso di aumento di Reverse T3. Negli USA à stata prodotta tantissima letteratura scientifica su questo argomento.
L’altro importante aspetto riguarda la gestione globale del paziente. È necessario che il medico non sia semplicemente un prescrittore o un modulatore del dosaggio di un farmaco, ma che sia in grado di gestire il paziente nella sua globalità. Sarà allora importante tenere sotto controllo tutte le interazioni ormonali e il funzionamento di tutto il complesso tiroideo.
Per saperne di più sul quello che io definisco “complesso tiroideo” scarica l’ebook dal blog dedicato www.tiroide360.com.
Il mio metodo del BioEquilibrio Ormonale® va oltre l’approccio alla tiroide a 360 gradi. Oltre ad agire sul Complesso Tiroideo a 360, consente di strutturare un piano alimentare personalizzato basato sulla nutrizione funzionale e di utilizzare la potente azione terapeutica degli Ormoni Bioidentici.