Le Blue Zone sono delle aree della terra in cui la popolazione è più longeva: grazie ad un'alimentazione sana, una moderata attività fisica, un atteggiamento positivo verso la vita e struttura sociale basata sulla famiglia.
Le “Blue Zone” sono le piccole aree della terra in cui la popolazione è più longeva.
L’espressione “Blue Zones” è stata coniata nel 2004, in occasione dello studio demografico “Experimental Gerontology” condotto da Gianni Pes e Michel Poulain. Oggi è utilizzata in tutto il mondo per indicare le aree geografiche in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media e dove si registra la maggior concentrazione di centenari.
Le cinque “isole” della longevità sono:
Ikaria è la regione con la più alta percentuale di novantenni del pianeta: si stima che sull’isola abbia raggiunto questa età un abitante su 3.
Nel numero di ViverSani e Belli di questa settimana trovate un articolo scritto a quattro mani con Chiara Di Paola che approfondisce questo tema. Riporto qui un estratto.
Medici e antropologi hanno individuato alcune caratteristiche e stili di vita condivisi da tutte le popolazioni residenti nelle “Zone Blu” e che spiegherebbero le ragioni del loro benessere e della loro longevità:
L’alimentazione degli abitanti delle Blue Zones si basa soprattutto sul consumo di legumi, frutta, verdura e cereali integrali, e prevede solo un ridotto apporto di proteine animali. Ma quello ancora più interessante è che gli abitanti di queste zone hanno l’abitudine di consumare il loro pasto più leggero alla sera, di cenare presto e di smettere di mangiare prima di avvertire il senso di completa sazietà (in media ad ogni pasto il loro stomaco viene riempito solo all’80%).
Non c’è bisogno di spiegazioni: attività fisica moderata e stile di vita attivo e costante. L’attività fisica intensa può essere gratificante per qualcuno, ma non è di certo “sana” in assoluto.
Nelle Blue Zones abitano comunità molto coese, con una struttura basata sulla famiglia e un’organizzazione che favorisce rapporti umani intensi e permette a tutti i suoi membri di sentirsi utili per tutta la durata della loro vita.
Gli abitanti delle Blue Zones sono per la maggior parte credenti e praticanti, cioè abituati non solo a pregare e ad alimentare la speranza nel privato, ma a condividere la loro fede in rituali collettivi, che rafforzano il legame della collettività e il senso di appartenenza a un disegno in cui tutti sono inclusi e ugualmente importanti.
A dispetto del nome, le “Blue Zones” sono abitate prevalentemente da donne, che in tutto il mondo hanno una speranza di vita superiore a quella degli uomini, in media di 5-9 anni a seconda delle aree geografiche.
L’aumento della vita media femminile è un fenomeno demografico iniziato dalla fine dell’Ottocento, grazie al miglioramento delle pratiche igieniche e sanitarie, al miglioramento delle diete e alle migliori condizioni di vita che le donne hanno saputo sfruttare meglio dei loro coetanei maschi, adattandosi più velocemente ai cambiamenti positivi.
I motivi della maggiore sopravvivenza femminile sono molteplici e ancora oggetto di studio.
Dal punto di vista biologico e fisiologico le possibili spiegazioni riguardano il vantaggio genetico e il ruolo protettivo degli ormoni.
Oltre al fattore biologico e all’evoluzione genetica subita dal sesso femminile in ottica di salvaguardia della specie, si aggiungono fattori comportamentali che rendono le donne più “sane” dei loro coetanei maschi.
Secondo uno studio realizzato nel 2019 dell'Osservatorio nutrizionale Grana Padano, le donne vivono più a lungo anche perché seguono una dieta più sana degli uomini. Mangiano più verdura, beneficiando dell’effetto antiossidante e protettivo di polifenoli, carotenoidi, vitamine A e C e acido folico. Assumono più sali minerali e proteine vegetali e consumano meno cibi processati (ricchi di grassi e zuccheri).
Le donne si occupano di più della loro salute e sono più disponibili a parlare dei loro disturbi. Quando sentono che qualcosa non va non esitano a confrontarsi tra loro e a rivolgersi agli specialisti, sono più interessate agli approcci naturali e medicina naturale ed integrata. Per quanto non sia abbia un impatto statistico, la maggior parte dei miei pazienti è di genere femminile.
Tendenzialmente le donne si mostrano più prudenti e riflessive degli uomini: sono meno attratte dal pericolo, meno inclini allo scontro fisico, meno portate agli eccessi (per esempio bevono meno e fanno un minore uso di droghe). Inoltre sono più predisposte alla socialità, a prendersi cura degli altri e a trarre soddisfazione dalla consapevolezza della propria utilità fino alla tarda età.
Nell’articolo si parla anche della Dieta Blue Zone Ideata nel 2015 da David Buettner, questa “dieta della longevità” è uno stile alimentare ispirato al modo di mangiare degli abitanti delle Blue Zones, ma non dimenticate di associare alla dieta anche l’attività fisica moderata e costante, nonché un atteggiamento positivo verso la vita, pieno di interessi e voglia di vivere e affiancato da buone relazioni sociali.
Per concludere vi lascio la mia intervista completa su ViverSani e Belli che mi ha coinvolto in qualità di Esperto di Medicina Anti-Aging: potete leggere scaricando il pdf dell’articolo.