L'obiettivo della medicina anti-aging è vivere più a lungo mantenendo salute, energia e autonomia.

Quando pensiamo alla medicina della longevità, la prima immagine che ci viene in mente è quella di allungare la nostra vita il più possibile. Ma se vivere fino a 100, 120 o persino 150 anni significasse passare gli ultimi decenni in uno stato di fragilità e malattia? È davvero questo l'obiettivo?
Sono il Dott. Claudio Tomella, medico specialista in nutrizione e medicina anti-aging, e oggi voglio condividere con voi un concetto innovativo e fondamentale che sta cambiando il nostro approccio all'invecchiamento: la compressione della morbidità.
"Compressione della morbidità" può sembrare un termine complesso, ma l'idea alla base è molto intuitiva. In parole semplici, significa ridurre il periodo di tempo che una persona trascorre in uno stato di malattia o fragilità alla fine della sua vita.
L'obiettivo della geroscienza, la scienza che studia l'invecchiamento, non è solo aggiungere anni alla vita, ma aggiungere vita agli anni. Vogliamo che la seconda parte della nostra esistenza sia vissuta con lucidità, energia e autonomia, non come un lungo periodo di declino. L'obiettivo è "comprimere" tutte le patologie tipiche dell'invecchiamento nell'arco di tempo più breve possibile, proprio alla fine del percorso.
Una delle critiche che spesso viene mossa alla medicina anti-aging è proprio questa: "A che serve allungare la vita se poi si creano anziani sempre più fragili, costretti su una sedia a rotelle e vulnerabili a ogni minima infezione, come purtroppo ci ha mostrato la pandemia di Covid?".
Sono perfettamente d'accordo con questa osservazione. Avere persone che vivono a lungo ma in condizioni di salute precarie non serve a nulla e non è assolutamente il nostro obiettivo primario. La medicina anti-aging di avanguardia va oltre.
Il nostro scopo è promuovere un invecchiamento di successo, che si traduce in:
Non vogliamo semplicemente esistere più a lungo; vogliamo vivere pienamente, attivi e presenti, anche quando ci avviciniamo, per così dire, al traguardo dei cent'anni.
Ma come si può raggiungere questo traguardo? La scienza sta studiando attivamente delle metodologie e delle sostanze, chiamate geroprotettori, che aiutano a proteggere il corpo dai danni dell'invecchiamento.
Durante il mio intervento al Congresso Spagnolo di Medicina Anti-Aging di Madrid, uno dei più importanti in Europa, ho parlato proprio di una di queste molecole: l'Alfa-chetoglutarato.
Un importantissimo articolo scientifico pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature ha evidenziato come questa sostanza, in modelli sperimentali, sia in grado di fare esattamente ciò di cui stiamo parlando:
Questo è solo un esempio di come la ricerca stia lavorando per trovare soluzioni concrete che ci permettano non solo di vivere di più, ma soprattutto di vivere meglio.
In conclusione, il messaggio che voglio lasciarvi è chiaro e pieno di speranza. La moderna medicina anti-aging non è una caccia a record di longevità fine a sé stessi, come scrivono alcuni libri e riviste. È un lavoro scientifico e clinico meticoloso, che richiede di prepararsi per tempo.
L'obiettivo è farci vivere bene ora e garantirci una parte finale della vita caratterizzata da salute e vitalità. Questa non è solo una speranza, ma un campo di ricerca su cui medici e scienziati stanno lavorando ogni giorno per trasformare il futuro dell'invecchiamento.