Aumentare incessantemente il dosaggio di Tiroide secca o di Levotiroxina (L T4) spesso non serve e/o può essere dannoso. Con la tiroide non si scherza! Terapie sbagliate possono complicare la vita del paziente: la storia di Brigitta ce lo insegna.
La scorsa settimana ho visitato una paziente la cui storia fa ben capire come con la tiroide non si scherza.
Terapie che vengono prescritte con superficialità possono complicare la vita del paziente e far scivolare la situazione in condizioni irrecuperabili o difficili da recuperare.
Chiamerò questa paziente con un nome di fantasia, Brigitta…
Brigitta scoprì di soffrire di ipotiroidismo nel 2014, per la comparsa dei sintomi classici dell’ipotiroidismo: stanchezza, irregolarità mestruali, aumento ingiustificato di peso, disturbi dell’umore etc.
Volendo avere un “approccio naturale” alla terapia dell’ipotiroidismo cercò un medico che prescrivesse la Tiroide secca.
I medici non sono molti sul territorio nazionale e fece quindi un bel viaggio per trovarne uno, ben noto e con molta esperienza.
Quello che accadde è che questo medico prescrisse come si aspettava, la tiroide secca.
Il punto cruciale fu che, dal momento che non venivano risolti molti dei sintomi della paziente, quello che venne fatto fu di aumentare incessantemente il dosaggio di Tiroide secca, “sopprimendo” sempre più il TSH (con valori bassissimi, es. 0.001 mcgUI/ml) e provocando i sintomi dell’IPERTIROIDISMO. Non solo…
I problemi di Brigitta non vennero risolti con un dosaggio elevato di secca, pari a 240 mg al giorno, ma se ne aggiunsero degli altri, che non si sono più risolti… Dall’aumento ingiustificato di peso, alla stanchezza, alle mestruazioni irregolari, etc.
Brigitta a questo punto fece quello che avrebbe fatto chiunque nella sua condizione: cambiò medico, senza ottenere alcun risultato: i danni provocati alla tiroide, o meglio, all’asse ipotalamo-ipofisi-surrene-tiroide, non sempre permettono di tornare indietro e stare bene.
Oggi, a distanza di 5 anni, ha cambiato molti medici per cercare di risolvere la situazione, che comunque rimane intricata.
Quando è giunta alla mia osservazione, per far partire il suo metabolismo, ho dovuto lavorare su tutto l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, oltre che sulla tiroide, sul complesso tiroideo, sul microbiota, sull’estrogeno dominanza, come solo col Metodo del Bioequilibrio Ormonale® si può fare.
Non sarà una cosa rapida, ma penso che Brigitta tornerà a stare bene.