La stanchezza cronica è uno dei sintomi principali indicatore di una “stanchezza” o di un esaurimento surrenalico, ma può accompagnare anche livelli di cortisolo alterati e l'ipotiroidismo
Molte persone si auto colpevolizzano (o vengono colpevolizzati) per essere sempre stanche ma ci possono essere cause biologiche alla base della “stanchezza cronica”.
La stanchezza può essere un sintomo molto invalidante e che può impattare pesantemente sulla qualità di vita: non è pigrizia o la poca voglia di fare le cose.
Il tuo medico potrebbe averti fatto eseguire il TSH, per capire se la stanchezza deriva dalla tiroide, o un emocromo, per verificare che non ci sia una anemia ma non basta.
Possono essere normali, ma questo non vuol dire che non ci siano altre condizioni sotto...
“Una” delle cause della stanchezza cronica può essere condizione di esaurimento delle ghiandole surrenali dovuto ad un alterato livello di cortisolo o ad una alterazione del suo ritmo circadiano.
Andiamo per gradi…
Il cortisolo è noto per essere l’ormone dello stress: in realtà è l’ormone “contro” lo stress e che ci protegge dalle conseguenze immediate dello stress e per questo è vitale per la sopravvivenza.
Il problema si pone quando lo stress non si risolve e diventa cronico: in questo caso l’organismo non è fatto per resistere a lungo e può ammalarsi e l’esaurimento surrenalico e la stanchezza che ne deriva può essere specchio di questa situazione.
Quando si parla di stress non bisogna genericamente pensare allo stress lavorativo, personale o alle forti preoccupazioni. Questi sono alcuni tipi di eventi stressogeni ma sarebbe limitante pensare solo a questi.
Ne esistono molti altri. Basti pensare, per esempio, alle infezioni croniche (es. la Tiroidite di Hashimoto, virus, batteri, miceti, etc.), all’alimentazione o a uno stile di vita sregolato, all’attività fisica molto intesa, al caldo o al freddo estremo.
L’organismo reagisce in queste situazioni stressogene sempre nello stesso modo e sempre viene richiesto dall’organismo l’aiuto del cortisolo.
Nello stress acuto si determina la secrezione del cortisolo, che spegne l’incendio, ma se questo non avviene si crea un problema, perché l’organismo non è preparato a questo.
Sembra incredibile ma nell’arco di millenni della nostra evoluzione, l’essere umano non ha sviluppato meccanismi in grado di proteggerlo dallo stress cronico. In realtà è una condizione che non si verificava frequentemente in passato: di fronte a molte di queste noxae patogene si guariva o si moriva.
Le teorie che cercano di spiegare lo stress a livello biologico sono numerose e sono partite dalla teoria dell’adattamento di Seyle con le 3 tipiche fasi di allarme, resistenza ed adattamento.
Per quanto riguarda il nostro discorso, a livello biologico, nelle diverse fasi dello stress gli ormoni prodotti dal surrene vengono attivati per cercare di risolvere la situazione stressogena.
Gli ormoni surrenalici più coinvolti nello stress cronico sono il cortisolo e il DHEA (Deidroepiandrosterone).
Nelle diverse fasi dello stress questi ormoni prima aumentano, per cercare di reagire alla situazione. e poi si esauriscono, dopo un certo periodo di tempo.
È essenziale conoscere il livello di questi 2 ormoni, il cortisolo e il DHEA, il loro rapporto e il loro ritmo circadiano.
Il ritmo circadiano descrive gli orari di secrezione di un ormone nella giornata: è fondamentale per l’attività di un ormone e predittivo di una patologia, quando alterato. I centenari tendono ad avere ritmi circadiani ormonali conservati; in molte patologie e nell’aging tendono ad alterarsi. Il cortisolo ha normalmente un picco alle 8 di mattina, per diminuire poi “progressivamente” durante la giornata, nel pomeriggio e alla sera. In condizioni patologiche o di stress questo ritmo può essere invertito o profondamente alterato.
Il modo migliore per studiare il livelli di cortisolo e DHEA è quello che consente di studiare il ritmo circadiano attraverso più prelievi salivari.
Questo consente di capire in che fase dello stress si è e di avviare quindi una cura appropriata.
È possibile effettuare un esame che studia il ritmo circadiano del cortisolo attraverso più prelievi salivari che può veramente essere illuminante. Ne parlerò in modo esteso nel prossimo articolo.
La stanchezza cronica è uno dei sintomi principali indicatore di una “stanchezza” o di un esaurimento surrenalico, ma può accompagnare anche livelli di cortisolo elevati.
Dire ai pazienti che sono “stressati”, che questa è la causa del loro malessere e che devono sono stare più tranquilli non basta e non è scientifico.
Servono dati obiettivi ed oggettivabili altrimenti sono supposizioni o chiacchere.
L’esecuzione dell’esame è fondamentale.