Il caco possiede proprietà nutrizionali o è solo una possibile trasgressione alimentare da fare sottovoce? È ricco di antiossidanti, sali minerali e vitamine ma anche di fruttosio...
Il cachi (o Kaki) è un frutto originario dell'Asia, ma che da tempo è entrato nelle nostra tradizione culinaria. Il cachi possiede proprietà nutrizionali o è solo una possibile trasgressione alimentare da fare sottovoce?
Il colore deciso dei cachi ci fa già capire siano ricchi di proantocianidine, antiossidanti e vitamine.
In particolare è significativa la quota dell'importantissima vitamina A (che è presente in pochi alimenti in questa concentrazione), ma anche di vitamina K, vitamina E, Vitamina C e alcune vitamine del Gruppo B.
È da sottolineare come la contemporanea presenza delle vitamine liposolubili A, E, K può migliorare l'assorbimento della vitamina D.
Nella parte finale del post ci sono dei piatti che possono essere utilizzati con questo scopo funzionale.
L'elevato contenuto di polifenoli e caroteneoidi, come il betacarotene, il lipocopene e la zeaxantina, dei cachi possono caratterizzarlo per un alimento con azioni anti-aging, in particolare sulla pelle, gli occhi e la prostata.
La ricchezza di minerali come il magnesio, il potassio, il calcio e il fosforo può essere sfruttato per migliorare l'energia, sia mentale che fisica, nella stagione autunnale.
I cachi possono contribuire alla riduzione dei livelli di colesterolo, per la presenza di fitosteroli, che ne riducono l'assorbimento. Per questo motivo possono essere utilizzati in modo funzionale alla fine di un pasto (non la cena!) in cui la pietanza principale contiene grassi di origine animale, con lo scopo di ridurne l'assorbimento.
I cachi sono ricchi di acqua (circa l'80% del loro peso) e per questo forniscono preziosissima acqua di vegetazione che l'organismo può utilizzare facilmente senza sovraccaricare la funzione renale. Per la loro ricchezza di acqua possono attivare la diuresi, con una gradita perdita di liquidi extracellulari.
Il mix di acqua e fibre insolubili favorisce il transito intestinale e questo può essere sfruttato in modo funzionale in caso di stipsi.
Fino a qui tutto bene. Ma veniamo alle note dolenti.
Il cachi è molto ricco di zuccheri, in particolare di fruttosio, ricco di calorie e povero di grassi e proteine: non si può proprio dire che sia bilanciato in termini di macronutrienti.
Per questo motivo generalmente viene sconsigliato a chi ha problemi di iperglicemia, insulino resistenza, sindrome metabolica, sovrappeso, obesità e in dieta dimagrante.
Ma troviamo qualche modo furbo per poterlo utilizzare, anche in questi casi.
Sul quando NON mangiarli si è tutti d'accordo: mai alla sera!
Il picco di iperglicemia conseguente alla loro ingestione non è di certo salutare, sia per chi ha problemi di glicemia o sovrappeso, sia nelle persone magre. Il fruttosio, infatti, favorisce e innesca in ogni caso il processo di glicazione/infiammazione, che è deleterio per le cellule e favorisce l'inflammaging.
Sul quando mangiarli un'idea potrebbe essere la colazione o alla fine di un pranzo, per esempio quello della domenica, al posto del dessert. In questo caso, se si è in dieta dimagrante o non si vuole aumentare di peso, sarebbe meglio non mangiare pasta, pane, wasa o grissini nello stesso pasto.
A colazione i cachi possono essere utilizzati come confettura, con del pane tostato oppure come una mousse da gustare prima del caffè.
Vi sono poi abbinamenti che sono allo stesso tempo sfiziosi e funzionali: dall'unione dei cachi con il formaggio si può ottenere sia una riduzione dell'assorbimento del colesterolo, sia un migliore assorbimento della vitamina D in essi contenuta, per la presenza delle vitamina A, E, K nei cachi.
Attenzione a non farvi prendere la mano ed eccedere nelle quantità, però!
Find Your Balance!