I Carciofi alla Giudia, per la loro modalità di cottura, consentono di “sfruttare” le numerose azioni funzionali del carciofo senza fastidiosi effetti collaterali
In bioterapia nutrizionale e in nutrizione funzionale è noto come le diverse modalità di cottura degli alimenti possano determinare azioni diverse sulle funzioni organiche e sull’organismo.
Quindi è importante:
Ma... è importante anche la modalità con cui l’alimento viene cucinato! E questo vale sempre e ancor di più nel caso delle verdure.
Per questo motivo, quando si scorrono le proprietà nutrizionali e le controindicazioni del carciofo, per esempio, non si può non tenere in considerazione come viene cucinato.
La cucina romana ci offre una ricetta (che si trova facilmente sul web) da tenere in considerazione e che consente di “sfruttare” le azioni funzionali del carciofo, anche da parte di chi ha problemi di meteorismo e gonfiore addominale (condizioni che in generale controindicano il carciofo).
Nel cucinare i Carciofi alla Giudia è bene scegliere il carciofi cimaroli, detti anche mammole, ovvero il carciofo tipico del Lazio.
Con questa modalità di cottura le azioni funzionali del carciofo si concretizzano in:
È molto interessante il fatto che con questa modalità di cottura, a differenza delle altre, il meteorismo non venga stimolato affatto o solo in maniera ridotta.
Permangono le azioni detossificanti generali del carciofo e quelle derivanti dal contenuto di ferro.
Quindi non dimentichiamoci i Carciofi alla Giudia e, quando siamo al ristorante se non lo abbiamo mai fatto, assaggiamoli con una sana curiosità: possono essere utilizzati come antipasto o come contorno.