In bioterapia nutrizionale e in nutrizione funzionale è noto come le diverse modalità di cottura degli alimenti possano determinare azioni diverse sulle funzioni organiche e sull’organismo.

Quindi è importante:

  1. il contenuto nutrizionale di un alimento
  2. la categoria a cui appartiene (es. verdura, frutta, cereali, carne, pesce etc.)

Ma... è importante anche la modalità con cui l’alimento viene cucinato! E questo vale sempre e ancor di più nel caso delle verdure.

Per questo motivo, quando si scorrono le proprietà nutrizionali e le controindicazioni del carciofo, per esempio, non si può non tenere in considerazione come viene cucinato.

I Carciofi alla Giudia

La cucina romana ci offre una ricetta (che si trova facilmente sul web) da tenere in considerazione e che consente di “sfruttare” le azioni funzionali del carciofo, anche da parte di chi ha problemi di meteorismo e gonfiore addominale (condizioni che in generale controindicano il carciofo).

Nel cucinare i Carciofi alla Giudia è bene scegliere il carciofi cimaroli, detti anche mammole, ovvero il carciofo tipico del Lazio.

Con questa modalità di cottura le azioni funzionali del carciofo si concretizzano in:

  • un'azione epato-protettiva per la cinarina del carciofo
  • un'azione di stimolo della funzionalità epato-biliare, legato alla modalità di cottura
  • un'azione lassativa e attivante transito intestinale
  • un'azione sulla regolazione glicemica, grazie all’inulina presente

È molto interessante il fatto che con questa modalità di cottura, a differenza delle altre, il meteorismo non venga stimolato affatto o solo in maniera ridotta.

Permangono le azioni detossificanti generali del carciofo e quelle derivanti dal contenuto di ferro.

Quindi non dimentichiamoci i Carciofi alla Giudia e, quando siamo al ristorante se non lo abbiamo mai fatto, assaggiamoli con una sana curiosità: possono essere utilizzati come antipasto o come contorno.