Non serve prendere ansiolitici e antidepressivi se la causa per cui non dormi deriva da uno squilibrio ormonale.
Recenti studi scientifici mostrano come la privazione di sonno sia legata a numerose malattie cronico degenerative come le malattie cardiovascolari e il cancro*.
L’insonnia che si accentua con la menopausa può essere dovuta:
- Carenza di progesterone. È la forma più frequente. Il progesterone svolge una azione ansiolitica e sedativa perché aumenta nel sistema nervoso centrale i livelli di allopregnenolone e agisce sui recettori GABA (acido γ-amminobutirrico)**.
In altri termini, agendo sul sistema nervoso centrale, ha un effetto sedativo e calmante e quando è carente si manifestano i sintomi opposti (ansia, irritabilità e insonnia).
È sbagliato dire che il progesterone ha come effetto collaterale l’ insonnia.
È corretto dire che il progesterone ha, fra le sue azioni fisiologiche, una azione sedativa ed ansiolitica.
- Carenza di estrogeni. Possono determinare vampate notturne che possono favoriscono una frammentazione del sonno o un sonno non ristoratore.
- Carenza di melatonina o alterazione del suo ritmo. È l’ ormone chiave del ritmo sonno-veglia e ha un picco nelle ore serali.
- Eccesso di cortisolo nelle ore serali. È l’ormone “contro lo stress” e che ci da l’energia per affrontare la giornata. Il cortisolo ha un picco fisiologico alla mattina intorno alle 8 e quando, per diverse cause, dovesse invertire il suo ritmo (con un picco alle 8 di sera), può determinare insonnia.
Combinazioni opportune di ormoni bioidentici atte a ristabilire l’equilibrio e il ritmo ormonale possono in modo fisiologico restaurare il sonno e far tornare a vivere con energia una vita soddisfacente.