Digiuno "sì" o digiuno "no"?

Fino a poco tempo fa medici e nutrizionisti avrebbero risposto in coro: "Noooooo!!!"
Ora le cose sono cambiate e studi scientifici di elevatissimo profilo condotti da Mark Mattson, Valter Longo e Luigi Fontana (senza dimenticare Umberto Veronesi) hanno dimostrato che il digiuno intermittente (o intermittent fasting) può avere un senso, non tanto per dimagrire quanto per essere in forma ed avere un invecchiamento di successo.

Un digiuno intermittente “furbo” ci consente di fare una pulizia delle cellule e delle macromolecole del nostro organismo danneggiate tramite l’autofagia, riciclando quanto è possibile ed eliminando il resto.
Inoltre, il digiuno intermittente aiuta anche a risincronizzare i nostri ritmi biologici ed ormonali.
È come fare il reset del computer.
In soldoni, il vantaggio nell’applicarlo deriva dal fatto che ci si ammala di meno, si vive di più e, paradossalmente, si ha più energia.
È il meccanismo più fisiologico che esiste e funziona negli animali da esperimento, ma anche nell’uomo.

Esistono diversi modi di effettuare l’intermittent fasting e su questo c’è lavorare e studiare ancora.
Uno dei modi più semplici è quello di fare 16 ore di digiuno, generalmente saltando la colazione oppure anticipando l’ora della cena.
Questa modalità va bene per tutti ?
Anche No! Il medico deve valutare fattori di rischio e la costituzione della persona nonché, possibilmente, il suo assetto metabolico.