La stanchezza è un sintomo che tende ad essere sottovalutato dai medici e che viene confuso con la pigrizia, la poca voglia di fare o con la depressione.
Tantissimi pazienti faticano a vivere la vita per una stanchezza che rende difficile fare ogni cosa.
È un sintomo, quello della stanchezza, che tende ad essere sottovalutato da medici, amici, famigliari della persona che ne soffre e che viene confuso con la pigrizia, la poca voglia di fare o con la depressione.
La stanchezza (o astenia) può essere molto invalidante e condizionare la vita professionale, personale, famigliare di chi ne è afflitto rosicchiando via via spazio ai propri hobby, svaghi e amicizie.
Il punto è che ci può essere una causa nascosta dietro questa stanchezza.
In realtà questo approccio è molto riduttivo e per nulla a 360 gradi: guarda in un’unica direzione e per questo non può che essere parziale e talvolta fuorviante.
Inspiegabilmente questi medici si sono dimenticati di un attore fondamentale in grado di spiegare la stanchezza: il cortisolo.
La “stanchezza surrenalica” e livelli e ritmi alterati del cortisolo (e del DHEA’S) possono essere una causa molto frequente di stanchezza cronica, in particolare in pazienti ipotiroidei o con tiroidite di Hashimoto.
È uno di quei motivi per cui può non funzionare né la Levotiroxina né la tiroide secca nè altri trattamenti della tiroide, che possono addirittura peggiorare la sintomatologia.
Il punto è che, in questa condizione, non bisogna schiacciare sull’acceleratore degli ormoni tiroidei bensì di quelli surrenalici. Facendo l’opposto o non succede nulla oppure si può anche peggiorare il quadro clinico.
Per chi invece è nel vortice dello stress lavorativo e delle forti responsabilità professionali verso la propria azienda e i propri dipendenti un tema di questo genere non viene neanche preso in considerazione, perché non c’è tempo. Oppure viene considerato “normale” per chi ha questo carico di lavoro e di responsabilità e genericamente giustificato come “stress”.
Tuttavia è noto come lo stress nel lungo termine conduca a danni sulla salute e ad una diminuzione della performance.
Innanzitutto se il problema è lo stress, questo va studiato con un test preciso e non etichettato a seconda del proprio vissuto oppure della percezione del medico.
Il primo test da eseguire è quello che studia il cortisolo salivare circadiano o l’Adrenal Stress Index (che valuta anche il DHEA’S) in diversi orari della giornata, generalmente intorno alle ore 7/13/17/23 della stessa giornata.
Il test del cortisolo salivare è più indicativo di quello del sangue o delle urine delle 24 ore dei livelli di cortisolo cellulare e più indicativo per intraprendere una terapia specifica.
Molte persone pensano che il test sia inutile perché se vi è stress è ovvio che il cortisolo è alto: FALSO.
Premettendo il fatto che lo scopo di questo post non è quello di descrivere le diverse fasi dello stress, si possono verificare diverse condizioni, che possono manifestarsi con gli stessi sintomi:
Tutto questo non si può solo immaginare, ma va testato.
A quel punto andrà instaurata una terapia che tenda a ripristinare i livelli di cortisolo ed eventualmente di DHEA sulla base dell’esito del test: ovvio.
Peccato che questo non venga quasi mai fatto.
Ci sono medici e operatori che ruotano intorno alla medicina anti-aging e alla nutrizione che fanno eseguire test interessanti e abbastanza innovativi (es. test del DNA,del microbiota, test ormonali salivari etc.).
Il fatto è che poi o non vengono spiegati al paziente o non viene instaurata una terapia ad hoc.
È come se li avessero imparati a lezione, avessero capito dove e come farli… peccato che manca l’ultimo e più importante tassello: la terapia personalizzata!
Così si rivelano solo una inutile perdita di tempo e di denaro per il paziente.
Si parte come sempre dallo stile di vita e dalla nutrizione, per arrivare ad una integrazione mirata a seconda delle necessità individuali, come declina la medicina di precisione e quella del metodo del Bioequilibrio Ormonale®.